30 Aprile 2024
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IN PERICOLO DISTRUZIONE LO SPOT LA GROTTA IN ABRUZZO

26-02-2024 15:35 - News Generiche
INTERVISTA RACCOLTA DA FRANCESCO ALDO FIORENTINO di SURFER's DEN

I surfer condividono tante cose ma sono restii a condividere il proprio spot, sono sempre restii su questo argomento ma lo sono in particolare in questi tempi di affollamento delle line-up. Questa reticenza vale in particolar modo se lo spot è in Italia dove la qualità delle onde è quella che è ed è a maggior ragione più valida se lo spot è sulla costa est. Stiamo parlando della Riviera Adriatica e nei pressi di Vasto in Abruzzo e per andare nello specifico dello spot di Vignola che i locals chiamano La Grotta e che è un semi-secret spot. E' uno spot conosciuto per lo più ai surfer di Vasto che adesso hanno deciso di di renderlo noto per salvarlo per evitare che sparisca come in passato è successo altri spot nel mondo quali Killer Dana a Dana Point, Stanley's a Ventura, Magic Island alle Hawaii , Petacalco in Messico e cosi via. Meglio affollato che scomparso . L'amico Spada, surfer abruzzese da lustri a Milano sono mesi che si danna l'anima per evitare l'ennesimo scempio ordito da amministrazioni comunali miopi, balneari avidi e associazioni quali WWF e Legambiente sorde. Cediamo la parola all'amico Spada.

Ciao Spada,la situazione deve essere molto grave se avete deciso di rendere noto lo spot La Grotta?

Ciao Franz, purtroppo si. La scorsa estate, abbiamo scoperto che la Regione Abruzzo ha stanziato ben 3 Milioni di euro per la salvaguardia della baia dove rompe il nostro point, proprio a difesa dell'erosione che nel frattempo aveva fatto venir giù dei muretti di case private a sud della stessa (dove peraltro la nostra onda non arriva). Pertanto alcuni surfisti locali (tra cui personaggi storici del surf del centrosud Italia, che quello spot lo surfano da oltre trent'anni) hanno costituito un comitato a difesa dell'onda, il Comitato Litorale Vivo, di cui ovviamente sono membro attivo.

- Volevo chiederti con che condizioni lavora La Grotta ma lascerò la domanda per ultimo. Raccontaci cosa sta succedendo?

Da qualche anno avevamo il sospetto che il nostro spot potesse essere a rischio. E non mi riferisco necessariamente all'erosione costiera, che è sicuramente un problema, soprattutto dell'Adriatico. Il problema è che quel tratto di "paradiso" ha cominciato a subire una serie di interventi, che definirei poco efficaci, che ha iniziato a modificarne le caratteristiche morfologiche. Già da tempo l'onda non era più la stessa, nei primi anni 2000 nei giorni buoni si formava un'unica sinistra surfabile per quasi 400 metri, invece a partire dal 2010 la duna ciottolosa della baia è stata oggetto di spianamenti ed interventi vari per favorire un suo miglior sfruttamento, e questo ha fatto si che la secca antistante si rovinasse e che l'onda stessa, nella maggior parte delle situazioni in cui rompeva, presentasse una doppia sezione, perdendo già un po' della sua "magia". Nei giorni buoni ovviamente resta un'onda straordinaria. Come Comitato Litorale Vivo abbiamo quindi iniziato ad attivarci per entrare in contatto con le autorità, contestando la tipologia di intervento (che consta di una barriera soffolta che percorre la baia per tutta la lunghezza che ucciderebbe definitivamente il nostro point break). Purtroppo le autorità pubbliche, in particolare il Comune di Vasto, non hanno mai mostrato un sincero interesse ad ascoltare l'opinione di chi, come noi, conosce bene quel posto e quello che nel tempo gli è accaduto, al di là di intenzioni rimaste tali. Nel corso di questi pochi mesi ci siamo organizzati dal nulla, raccogliendo oltre 500 adesioni, abbiamo lavorato duro per raccogliere pareri di illustri accademici, esperti del tema erosione, e abbiamo portato ufficialmente al sindaco le nostre osservazioni, chiedendo di essere ascoltati dal tavolo tecnico. Abbiamo elaborato dei veri e propri progetti, che spaziavano da un ripascimento ciottoloso lungo la secca per consentire all'onda di continuare ad esistere dissipando efficaciemente l'energia prima di rompere a riva, fino ad un reef artificiale alla stregua di quello in corso di sviluppo a Ventimiglia. Tra le persone che ci hanno dato una grossa mano c'è anche il Prof, e surfer, Paolo Stocchi, che all'Università di Urbino tratta proprio di tematiche legate alla gestione della costa rispetto ai cambiamenti climatici dopo una lunga formazione di dottorato in Olanda dove ha seguito da vicino anche li l'esperienza dei reef artificiali ad uso surfistico.

- A quanto ho sentito oltre da avere l'assenso delle amministrazioni locali sembra che Legambiente e WWF stiano ignorando il problema in una sorta di silenzio assenso. E' un impressione o è così?

La prima cosa che abbiamo tentato di fare è contattare queste associazioni, ma con grande rammarico abbiamo preso atto che questo tema non era per loro così essenziale. Devo dire che la delusione è stata grossa per tutti noi. Trovandoci di fatto da soli, abbiamo deciso di far sentire la nostra voce e quella dei surfers, prima organizzando sabato 3 febbraio un paddle-out sullo spot che ha avuto un successo che neanche immaginavamo, raccogliendo oltre cento persone e tavole in acqua a dire che "noi esistiamo", e sabato scorso (il 17 febbraio) organizzando un Convegno proprio a Vasto sul tema dell'erosione e sulle nuove strategie per affrontare il problema dell'arretramento della costa e dell'innalzamento dei livelli marini, con la partecipazione di un luminare del calibro del Prof. Enzo Pranzini, docente di GeoFisica e dinamica dei territori all'università di Firenze, dello stesso Prof. Paolo Stocchi che ci ha raccontato l'esperienza degli artificial surf reef in Olanda, di Giorgio Pezzini, una vera e propria istituzione nel mondo del Salvamento, che ha testimoniato sui rischi per la balneazione marina in prossimità di barriere, e dell'ing. Sirito dell'omonimo Studio di Savona, che ha lavorato sui surf reef di Finale e quello in fase di sviluppo di Ventimiglia. Insomma, niente male per un gruppo di surfers che in due mesi si è organizzato dal nulla e anche grazie al supporto dei suoi sostenitori si è attivato per portare alla ribalta un problema che riguarda tutta la costa Italiana.

- A chi gioverebbe la distruzione dello spot La Grotta?

Come ti anticipavo, quella è una spiaggia poco frequentata dai balneari del posto, in quanto di difficile accesso, ed è pertanto usufruibile quasi esclusivamente da strutture ricettive come un campeggio sito a monte della baia. Abbiamo sempre interagito con il campeggio, che anzi spesso ci ha concesso di accedere dalla propria struttura per entrare in acqua. Abbiamo avuto modo di interloquire con la gestione per mostrargli le nostre alternative, che hanno anche accolto con credo sincero interesse. Io voglio credere che anche questa struttura, che è legittimamente interessata a risolvere il problema dell'erosione, capisca che distruggere quell'onda non sia la soluzione migliore (anche perchè il surf ormai sta diventando una vera e propria risorsa per le strutture ricettive anche e soprattutto off-season, vedi Levanto). Ma il problema è che i tempi sono stretti, visto che l'appalto è stato aggiudicato in due mesi dalla sua pubblicazione e nel frattempo, come dicevo in precedenza, non abbiamo mai avuto la possibilità concreta di presentare i dettagli ai progettisti.

- A parte i surfer la popolazione locale come vede la questione?

Con relativa indifferenza. Come ti dicevo, quella è una spiaggia poco battuta dai locali. Vasto ha la fortuna di avere sia una costa spiaggiosa molto ampia e ricca di strutture ricettive ben organizzate (stabilimenti, ecc) sia di un tratto che, fino a questo intervento, restava selvaggia e rocciosa, di bellezza straordinaria e che segna l'inizo della "Costa dei Trabocchi". Chiaro che un intervento cosi' invasivo ed impattante non danneggerà solo la popolazione di surfers locali, ma anche la bellezza e la verginità di una costa che è davvero una risorsa importante per il turismo di tutti i tipi. Però il riscontro dei comuni cittadini al Convegno (e non ahimè dei politici, che a parte un paio di personalità, ha di fatto ignorato il nostro invito a partecipare) è un segno di una popolazione che pian piano comincia a capire l'importanza di questi temi, a prescindere dal surf.

- Hai parlato di 3.000.000 di euro di fondi pubblici da intercettare " che in effetti non sembra una cifra tale da creare indotti e nemmeno appetitosa per qualche eventuale maleintenzionato pronto ad infilarsi nei gangli amministrativi come spesso accade nel belpaese quindi dando per scontata la buona fede perchè tanta pervicacia in un progetto scellerato che sembra non portare alcun vantaggio ? Cui prodest?

Non sono nelle condizioni di rispondere a questo, sarebbe però sicuramente positivo se anche altri si facessero queste domande. La sensazione è che quello delle scogliere sia un business molto appetitoso e che ormai è una prassi consolidata. D'altronde sempre di cemento si tratta alla fine.

- Quale è la causa dell'erosione della costa?

Non sono un tecnico ovviamente, però la sensazione è che andare a toccare il sistema dunale esistente abbia contribuito a rovinare la costa. Sei surfista da piu tempo di me, e sai benissimo che la causa dell'erosione non sono mai le onde (che anzi consentono un continuo mantenimento dell'equilibrio tra terra e mare attraverso uno scambio continuo) ma sempre e soltanto l'uomo, con le sue prevaricazioni.

- Quale sarebbe l'alternativa per evitare l'erosione della costa?

Come ti dicevo, le scogliere sono una soluzione che è ormai provato essere obsoleta e addirittura dannosa, visto che sposta il problema a valle ed irrigidisce l'intero ecosistema, impedendo la naturale interazione tra moto ondoso e costa antistante (soprattutto quando questa diventa eccessivamente antropizzata). Noi abbiamo speso molte energie nel raccogliere materiale e soluzioni alternative, quali appunto quelle a cui facevo riferimento sopra. E non sono nostre idee, ma il frutto di studi approfonditi da esperti del settore. Il problema è che molto spesso la politica sembra cercare delle scorciatoie, anziché provare a guardare il problema in un modo diverso, a pensare "out of the box". Un po' come quando la mattina ti svegli con la febbre e senza andare dal medico tiri fuori gli antibiotici dall'armadietto del bagno, senza pensare che forse ci sono modi più sani per risolvere la tua malattia.

- Ai qualcosa da aggiungere?

Noi del Comitato siamo pienamente consapevoli del problema dell'erosione, ma riteniamo che i tempi siano pronti per un vero e proprio cambio di paradigma. Quello delle scogliere spesso è percepito come un non-problema, la popolazione è quasi assuefatta da questo tipo di interventi, ma si trascurano gli effetti che ne derivano sia in termini di qualità e salubrità delle acque, sia di sicurezza nella balneazione nelle sue prossimità, sia degli impatti ambientali e degli effetti domino. Ci auguriamo che questi nostri sforzi possano essere una breccia in quello che appunto ci auguriamo possa essere un cambio di approccio. Probabilmente perderemo il nostro spot, ma ci auguriamo che non se ne perdano altri in Italia.

- In ultimo, maledetta canaglia, sono 25 anni che ci conosciamo e non mi hai mai parlato de La Grotta, per cui adesso vuota il sacco! Che tipo di onda fa? Con che condizioni lavora? Quali legni sono adatti all'onda?

Franz, sei uno che è cresciuto come me guardando al Televideo per decidere se scendere in Toscana e Liguria, sai già che a questa domanda non ti risponderò mai perchè l'essenza del vero surfer è esplorare. Però alla prossima mareggiata con il giusto angolo ti prometto che scendi con me, almeno prima che le gru si facciano vedere in mare.

- Se si riuscisse ad sfangarla via dalla distruzione dello spot avete messo in conto che sarà sicuramente più affollato ?

E' un male minore, come hai detto tu abbiamo tenuto il più possibile segreto il nostro spot, ma non abbiamo mai manifestato del localismo becero. Ritengo che il surf sia una benedizione per tante persone. A me personalmente ha fatto conoscere tanta gente interessante, ha fatto viaggiare, mi ha fatto emozionare. Quindi quando sabato 3 febbraio abbiamo organizzato il paddle-out per far capire alle istituzioni che il surf in Italia si fa, e che ci sono tante persone che ormai sono completamente dedicate a questa passione, mi sono reso conto che molti ragazzi hanno viaggiato per oltre 200 km pur di esserci, e molti di loro li non ci hanno mai surfato. Credo che il rischio di trovare lo spot affollato sia un prezzo che è giusto pagare, l'alternativa è che non si potrà piu godere di quell'onda. E come ti dicevo prima, credo sia doveroso muoversi per far si che questo tipo di minacce non vada a toccare tante altre perle. Ora il nostro prossimo obiettivo è quello di organizzare una gara di longboard, sperando che non sia troppo tardi e che non abbiano già iniziato a buttare giu' i primi scogli. Ovviamente sei invitato tu e i tuoi meravigliosi logs.
Quanto all'affollamento, credo sia ormai inevitabile, il surf è main stream da molto tempo. Sarebbe forse giusto provare ad educare i nuovi surfisti a saper stare in acqua, magari già partendo dalle tante surf school che sono nate negli ultimi anni. Ma questo credo sia oggetto di un altro articolo.

Aggiunta del direttore tecnico nazionale Acsi Surfing, Alessandro Dini:
"La difesa di ogni spot sul territorio italiano è una battaglia alla quale tutti dovremmo partecipare e dare, per quanto piccolo, il nostro contributo. Ricordo agli amici surfisti di Fano che la più grande associazione ambientalista composta da surfisti è SONS OF THE OCEAN, affiliata ad ACSI, di cui faccio fieramente parte. Come diciamo nei Sons, "una goccia non è niente, ma tante gocce formano un'oceano".

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